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Intervista di Showlandnews sul Libro “Scelta e Abbandono di una comunità spirituale”


Disaffiliazione uguale “Ostracismo”? Fake-news o verità?

La gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti di recente i Testimoni di Geova – di cui è occupato nelle scorse settimane Showlandnews con interviste a storici, legali, sociologi e psicologi della religione – ha avuto uno dei suoi punti di forza nell’inquietante tema del presunto “ostracismo”, cui sarebbero sottoposti gli allontanati e quelli che scelgono la disaffiliazione dal gruppo religioso, usato dai detrattori per dimostrare l’illegittimità del provvedimento.
Dove possiamo trovare la verità?

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Il libro-inchiesta “Scelta e abbandono di una comunità spirituale. Percorsi di cambiamento e sviluppo personale” di Raffaella Di Marzio, ha affrontato il tema attraverso un caso reale ed emblematico, documentato in una sofferta intervista, con il quale l’autrice cerca di dare risposta alla domanda: come i Testimoni di Geova considerano chi sceglie di abbandonare la loro religione? Riportiamo di seguito alcuni brani del dialogo dell’autrice con il soggetto intervistato per fare luce sul controverso tema dell’“ostracismo” come conseguenza della disaffiliazione religiosa (pp. 20, 166, 167, 169, 170-174, 180, 181, 184, 185,195).

Scelta e abbandono di una comunità spirituale. Percorsi di cambiamento e sviluppo personale


“Questo lavoro è il frutto di una riflessione che ha avuto inizio nel la seconda metà degli anni 1990, sollecitata dall’attività di ascolto delle esperienze di persone affiliate e disaffiliate da Nuovi Movimenti Religiosi. In questi gruppi la connotazione religiosa o spirituale dà origine a sistemi di pensiero condivisi da un certo numero di persone che frequentemente si traducono nella formazione di organizzazioni relativamente stabili, dotate di struttura e finalità definite e riconoscibili. Poiché alcune di queste organizzazioni vengono talora incluse tra le “sette” (cults), un termine utilizzato in senso criminologico dai media, di conseguenza, anche la decisione di affiliarsi o disaffiliarsi da una di esse può essere interpretata in senso negativo…


2.4.2. Motivazioni della disaffilliazione
Mario (il nome è stato cambiato ndr, ex-Testimone di Geova) ha lasciato la congregazione perché non condivideva più quella parte della dottrina che vieta ai membri la partecipazione alla vita politica, che egli invece vuole perseguire attivamente:
“Crescendo sono cambiate molte cose. Non mi rivedevo più in alcune delle loro convinzioni […] I Testimoni di Geova sono politicamente neutrali e quindi questo creava un conflitto abbastanza marcato”.


“2.4.3. Stato emotivo connesso alla disaffiliazione
il distacco dalla religione professata fino ad allora è stato particolarmente traumatico. Egli è nato e cresciuto dentro una famiglia di Testimoni di Geova da generazioni, ed era a conoscenza delle regole della congregazione a proposito degli ex-membri […] Mario esprime compiutamente il suo stato d’animo, includendo, nella sia ricostruzione, anche tutto ciò che di positivo ha ricevuto nella congregazione:
“Questa religione, anche se ho deciso di lasciarla, mi ha dato molto. Innanzitutto mi hanno insegnato il rispetto per il prossimo, l’amore per il prossimo e l’onestà. Credo che poche altre organizzazioni come i Testimoni di Geova insegnino queste cose e le facciano veramente proprie. Ho avuto amore e affetto da tutte le persone che ho conosciuto all’interno della congregazione e ho avuto stretti rapporti di amicizia con molti di loro. […] Questa è la più grande sofferenza: aver dovuto abbandonare persone alle quali volevo bene e voglio bene, persone stupende che ho conosciuto crescendo in quella congregazione. […] Ti viene davvero meno una famiglia, non semplici conoscenti. Mi sono mancati dal primo giorno della mia dissociazione e mi mancano, allo stesso modo, tutt’ora. […] Questo non vale solo per me. Anche loro soffrono allo stesso modo. […] A volte alcuni di loro mi salutano velocemente da lontano o mi mandano un messaggio“.


“2.4.3. Reazioni alla disaffiliazione
“Nel caso di Mario, come si è già accennato, le reazioni della famiglia sono strettamente legate a quelle di tutti gli amici e conoscenti della congregazione che fungeva – per Mario – da “famiglia allargata”. Egli descrive le loro reazioni in questo modo: “Quando sono uscito è stato un dramma per tutti. Nessuno sapeva della mia scelta. Lo hanno saputo la sera dell’adunanza quando è stato fatto l’annuncio pubblico che non ero più un Testimone di Geova. So che in molti sono scoppiati a piangere […] Hanno sofferto tutti: persone che mi hanno visto crescere, miei coetanei, amici, persone a cui volevo e a cui voglio ancora bene. Loro seguono un comando che si trova nella Bibbia che è quello di non avere contatti con i disassociati o con i dissociati quindi con coloro che non sono più Testimoni di Geova […] Però i miei genitori avevano da tempo capito che non ero più felice in quella realtà e che non era quella la mia strada. Ovviamente non hanno potuto che restarci male perché quella dei Testimoni di Geova è una realtà che coinvolge molto le persone e coloro che ne fanno parte credono fortemente in quello che dicono e predicano. […] Quando sono uscito è stato un dramma per tutti”.


Le domande
Quando Mario risponde alle domande relative alla regola stabilita dalla congregazione – sui rapporti con i membri dissociati come lui – ci tiene a precisare alcuni aspetti che si riferiscono alla sua esperienza, e che non possono – quindi – essere generalizzati. In questo contesto è, tuttavia, utile menzionare queste sue considerazioni, anche perché costituiscono un importante contributo esperienziale alla controversia dell’ “ostracismo” attribuito ai Testimoni di Geova.
“Il rapporto con i miei genitori è rimasto lo stesso. Vivo ancora con loro e non è cambiato nulla”. Per quanto riguarda gli altri membri della sua famiglia le reazioni sono diversificate […] i rapporti si limitano al saluto e a contatti saltuari e brevi. […] Secondo quanto riferito da Mario, sulla base della sua esperienza all’interno della congregazione, i rapporti familiari verso un ex-membro dipendono: ‘Dalla famiglia e dai genitori. Quello che è certo e che, se i genitori decidono di continuare ad avere gli stessi rapporti con un figlio disassociato o dissociato, la congregazione deve rispettare questa scelta’.


“2.5. Dinamiche relazionali tra membri ed ex membri
“Come si è già detto, la maggior parte degli ex-membri intervistati in questa indagine non ha manifestato ostilità verso il gruppo che ha lasciato ed è rimasto in contatto con i membri ancora affiliati o con i dirigenti del movimento. Si tratta di una tipologia di ex-membri che non è presente nell’informazione mediatica, dove vengono diffuse esclusivamente testimonianze negative di ex- membri ostili e dove le cause della disaffiliazione vengono generalmente attribuite ad abusi, inganni, manipolazioni attribuite a membri o dirigenti del movimento abbandonato. L’impressione errata – che ne può derivare per il pubblico – è che questo atteggiamento riguardi tutti gli ex-membri. […] quelli intervistati da me: non sono diventati nemici o ostili verso il movimento, e intrattengono ancora, in varia misura, rapporti amichevoli con i membri affiliati.


“2.5.1. Atteggiamento degli ex membri verso quelli ancora affiliati
Mario (ex Testimone di Geova): “I miei ex compagni di fede hanno tutta la mia stima. Hanno scelto quel percorso come il migliore per la propria vita e io non posso che essere felice per loro. Nonostante tutto io continuo ad amare queste persone come le amavo quando ero un Testimone di Geova, non provo alcun odio verso di loro […] E come amo queste persone allo stesso tempo non provo alcun odio vero la mia ex religione che dà serenità e felicità a milioni di persone in tutto il mondo nonostante le difficoltà della vita. I miei amici hanno scelto la loro strada della felicità che è quella di continuare a restare e vivere in questa religione e io farò di tutto per garantire loro questo diritto così come io ho avuto la possibilità di seguire la mia strada”.


“2.5.4. Considerazioni conclusive
I disaffiliati non hanno fatto cenno a strategie messe in atto dal gruppo per rendere la loro fuoriuscita più difficile, attraverso pressioni o, addirittura, ricatti. […] Infine, le risposte dei soggetti hanno permesso di comprendere meglio le ripercussioni che l’attività degli ex-membri ostili provoca sul movimento, le reazioni dei membri affiliati alle campagne denigratorie e il modo in cui il conflitto viene esacerbato da media e network antisette.

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RAFFAELLA DI MARZIO “SCELTA E ABBANDONO DI UNA COMUNITÀ SPIRITUALE. PERCORSI DI CAMBIAMENTO E SVILUPPO PERSONALE”
MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine)
mimesis@mimesisedizioni.it
Collana: REMEDIS / Religioni, media e immaginario sociale, n. 4
Collana diretta da Roberto Revello, Michele Olzi, Stefania Palmisano
COMITATO SCIENTIFICO
Paolo Bellini, Marco Alessio Castagnetto, Antimo Cesaro, Silvia Cristofori, Raffaella Di Marzio,
Giulia Evolvi, Giulio Facchetti, Valerio Gigliotti, Alberta Giorgi, Paolo Heritier, Massimo
Introvigne, Ermanno Malaspina, Michele Olzi, Stefania Palmisano, Nicola Luciano Pannofino,
Jenny Ponzo, Roberto Revello, Fabrizio Sciacca, Pierluigi Zoccatelli, Ilaria Zuanazzi
Isbn: 979122200818
© 2023 – MIM EDIZIONI SRL
Piazza Don Enrico Mapelli, 75 – 20099
Sesto San Giovanni (MI)
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