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Alcune riflessioni sulle vicende passate e presenti riguardanti Mons. Milingo, recentemente scomunicato dalla Santa Sede.

 

Articolo di Raffaella Di Marzio - Settembre 2006



Il Vescovo Milingo, amato e rispettato da una larga parte di fedeli cattolici, da alcuni anni è al centro delle attenzioni dei media e intorno a lui, come avviene sempre in questi casi, ruotano tante polemiche, notizie e curiosità tra le quali è difficile districarsi per distinguere il vero dal falso.

Le sue intemperanze e le difficoltà di rapporto con la gerarchia cattolica risalgono a diversi anni fa, ma sono giunte agli onori della cronaca solo nel 2001, quando tutti noi siamo venuti a conoscenza della classica “goccia che aveva fatto traboccare il vaso”: le nozze di Milingo con l’agopunturista Maria Sung durante una delle cerimonie collettive del Reverendo Moon, fondatore della Chiesa dell’Unificazione - Federazione delle Famiglie per l'Unità e la Pace del Mondo. 

Il fatto colse di sorpresa la maggior parte degli ammiratori e fedeli legati a Milingo, nel quale essi vedevano un uomo di fede, un taumaturgo ed esorcista senza eguali nel nostro tempo, un vescovo veramente pieno di quei carismi tanto cari ad una larga parte del mondo cattolico. Di fronte alla grande maggioranza di fedeli cattolici che assiste sonnecchiando alle Messe parrocchiali e che riceve i sacramenti più per tradizione che per convinzione, un vescovo come Milingo effettivamente faceva la differenza e suscitava reazioni emotivamente forti ravvivando la fede di molti. Talvolta, però, questo trasporto emotivo rimaneva legato ai suoi carismi e scompariva quando la sua persona non era presente a manifestarli visibilmente.

Il fatto che Milingo facesse “audiens” e fosse comunque un richiamo per molti fedeli, ha indotto la gerarchia cattolica che vigilava sul suo operato a pazientare, a tollerare, ad aspettare, nella speranza che, prima o poi, il Vescovo africano accettasse di tornare a più miti consigli. Questo, mentre grazie alla sua azione a favore dello Zambia, nasceva una Associazione incaricata di raccogliere fondi per opere di beneficenza, associazione tutt’ora attiva. Ma, mentre le intemperanze carismatiche di Milingo erano un fatto ormai evidente, la questione che gli stava più a cuore era rimasta celata sotto la cenere, come un fuoco che sembra spento, ma in realtà rimane acceso sotto sotto, senza che si noti troppo, pronto per trasformarsi, al primo venticello, in incendio: era la questione del celibato sacerdotale, quella che avrebbe messo Milingo sotto i riflettori del mondo intero.

Nel 2001 Milingo sposa Maria Sung in una cerimonia pubblica sotto gli auspici della Chiesa dell’Unificazione, in un modo così clamoroso da attirare i media di tutto il mondo.  

Di fronte alla sua azione così plateale colpisce il modo in cui una gran parte del mondo a lui vicino, dei suoi “fans” cercò di rimuovere o negare una realtà che faceva ruzzolare il loro idolo dall’alto del suo piedistallo. Lo stesso meccanismo fu messo in atto anche da esponenti di rilievo del mondo cattolico che oggi, a distanza di cinque anni, sembrano tacere, non si sa se per lo sbigottimento o per la presa di coscienza di quanto assurde fossero state le loro affermazioni pubbliche di allora.

Quale fu la spiegazione per il comportamento “assurdo” di Milingo? Ma naturalmente, il “lavaggio del cervello” fatto ai danni del vescovo dalla “setta” di Moon. Il lavaggio del cervello dunque spiegava tutto, si poteva anche aggiungere l’intervento del maligno per dare maggiore enfasi alla cosa, e l’effetto era assicurato. Non ci sono altre cause, non ci sono altre responsabilità, Milingo era e rimane un “santo” dotato di grandi carismi. La colpa è di Moon, della sua setta e del diavolo.

Ad abbracciare questa tesi, naturalmente, sono stati anche quegli ambienti cattolici che si servono di questa spiegazione per non affrontare seriamente il problema molto grave dell’abbandono della fede cattolica da parte di una certa parte di fedeli che decide di entrare in gruppi e movimenti religiosi alternativi. La medesima tesi è rimasta invariata anche quando Milingo ritornò nella Chiesa dopo il suo colloquio con Giovanni Paolo II, mentre forse a quel punto qualcuno avrebbe potuto ragionevolmente pensare che, se Milingo aveva cambiato idea, forse il fantomatico lavaggio del cervello non c’era stato, a meno di non accusare il Santo Padre Giovanni Paolo II di aver utilizzato la brutale e inumana tecnica della “deprogrammazione” !

Ma allora, una volta tornato Milingo all’ovile, era tanto il sollievo nel mondo cattolico che sembrò tutto dimenticato e cancellato. Il vescovo scomparve per un lungo periodo e poi ritornò a fare quello che aveva sempre fatto, come se niente fosse stato. Un perdono immediato, una enorme “magnanimità” verso chi era stato responsabile di uno scandalo gravissimo che aveva lasciato milioni di semplici fedeli attoniti e sconvolti davanti agli schermi televisivi mentre il loro vescovo, vestito da sposo, baciava Maria Sung.

Al di là di tutto questo, una volta rientrato Milingo nei ranghi, la faccenda sembra definitivamente archiviata. Il lavaggio del cervello, la questione del celibato, la gestione dei carismi… tutto ritorna nell’oblio, come se non fosse importante curarsene.

A distanza di 5 anni, però, tutti i nodi ritornano al pettine, in particolare quello del celibato, che era poi quello più importante per Milingo come è ormai evidente.

Alla fine di maggio 2006 si perdono di nuovo le tracce del vescovo africano che ricompare a metà luglio a New York, quando rivela alla stampa di essere tornato a vivere con Maria Sung che sembra abbia sposato anche civilmente e regolarmente il 12 luglio. ll 24 settembre 2006 Milingo consacra a Washington quattro vescovi della sua nuova "Associazione di sacerdoti coniugati", che si pone di fatto come un nuovo movimento religioso separato dalla Chiesa cattolica, incorrendo il successivo 26 settembre nella scomunica della Santa Sede.

In seguito, il 16 novembre 2006, nel Palazzo Apostolico, il Santo Padre durante una delle periodiche riunioni dei Capi Dicastero della Curia Romana riafferma insieme agli altri presuli, “il valore della scelta del celibato sacerdotale secondo la tradizione cattolica ed è stata ribadita l’esigenza di una solida formazione umana e cristiana, sia per i seminaristi che per i sacerdoti già ordinati”.

La risposta di Milingo dagli Stati Uniti a Papa Benedetto XVI è che il celibato, benchè sia importante, non costituisce "un requisito obbligatorio per il sacerdozio". Lo fa in una nota diffusa dalla sua organizzazione, 'Married Priest Now'.

In seguito alle scelte fatte da Milingo negli ultimi mesi le teorie avanzate nel 2001 per tentare di spiegare le sue azioni allora apparentemente “assurde” si rivelano totalmente false e infondate. Come spiegano i fatti di oggi coloro che sbraitarono accusando la “setta di Moon” di aver fatto il lavaggio del cervello al bravo e santo vescovo Milingo, povera vittima di tecniche brutali e psicologicamente violente?

Qualcuno potrebbe pensare che è inutile riaprire vecchie ferite che risalgono a 5 anni fa, ma personalmente non sono d’accordo perché la questione dell’esistenza del “lavaggio del cervello” è una questione seria che non può essere tirata in ballo e strumentalizzata per scopi di propaganda o per coprire responsabilità eccellenti.

Il fatto è che esistono davvero persone e gruppi religiosi che si servono di tecniche di condizionamento disoneste e dannose nei confronti dei loro fedeli, e abusare di queste accuse quando di esse non vi è alcuna prova, servirsene in modo improprio senza alcun fondamento, significa svuotare di significato quelle accuse anche quando esse corrispondono a verità. C’è chi sostiene che il lavaggio del cervello sia un mito: utilizzare questa espressione a sproposito significa avvalorare questa tesi che è un modo per ridicolizzare chiunque sia seriamente impegnato nella ricerca e nello studio di questi meccanismi, tanto dannosi per chi ne è vittima.

Il caso Milingo è stato sfruttato in diversi modi e da diverse parti, ognuna delle quali ha avuto i suoi interessi da difendere. Molti hanno dimenticato che dietro quel caso c’era e c’è una persona che ha fatto delle scelte libere sia 5 anni fa che in questi giorni, scelte che possono essere giuste o sbagliate, scelte che hanno causato sofferenze a chi le ha fatte e a chi ne è stato coinvolto, ma che comunque sono state libere, nella misura in cui ciascuno di noi è libero.

La libertà non è un concetto assoluto: di fronte a certe pressioni sociali, personali o interiori ognuno di noi fa delle scelte sul momento definitive ma che può in seguito modificare ritornando sui suoi passi. Sono vicende umane e, come tali, soggette a errori e correzioni.

Forse dovremmo cercare di sospendere il giudizio che, per chi crede, spetta solo a Dio e rispettare le scelte altrui anche se non le comprendiamo, senza cercare a tutti i costi di negarne la realtà attribuendone la responsabilità a forze occulte o a “lavatori di cervelli” che, nel caso di Milingo, non ci sono mai stati, mentre in molti altri casi operano subdolamente rimanendo sconosciuti e, soprattutto, impuniti.

 

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