Concilium pubblica un fascicolo dedicato ai Movimenti nella Chiesa.
Recensione di Alberto Melloni, Movimenti, De significatione verborum, pubblicato nel n. 3/2003 di Concilium: I Movimenti nella Chiesa. Chiesa e Ecumene
Concilium, edita dalla Queriniana, è una Rivista internazionale di teologia, un forum internazionale di dibattito, dialogo e confronto teologico e si avvale di una Redazione di 500 teologi e teologhe sparsi nel mondo lì dove vanno emergendo nuove realtà sociali e culturali e dunque anche teologiche ed ecclesiali. È la rivista teologica più letta e più citata nel mondo. Si tratta di un'impresa cattolica, ma aperta all'ecumenismo e al dialogo interreligioso.
Il Numero 3/2003 della Rivista si occupa di Movimenti cattolici e l'articolo introduttivo del Prof. Melloni illustra lo scopo del fascicolo che è quello di capire questa realtà variegata presente nella Chiesa cattolica senza schierarsi dalla parte di chi difende o accusa i diversi movimenti.
Per fare questo l'autore si addentra in una disamina storica delle origini, chiarifica il significato della parola "movimento" a partire dal 1684, illustra il fenomento dei "Movimenti di Riforma" e dei "Movimenti di Mobilitazione" attraverso la figura di Pio XII, fino all'esplosione, alla fine del Novecento, del termine "movimento", quando si affermarono alcune aggregazioni nate da esperienze mistiche come quella di Escrivà, o altre, come quella dei Legionari di Cristo o di Mondo Migliore.
Con questi movimenti, secondo l'autore, si rovescia la sovrapposizione fra chiesa e movimento, presente ai tempi di Pio XII, ed emerge una visione di "movimento-chiesa" con alcune conseguenze: il movimento si veriticalizza attorno al fondatore, l'obiettivo diventa la riconquista della società, l'azione diretta è preferita alla mediazione.
Con il Vaticano II si verifica la svolta: rispetto al principio associativo interno prevale la valorizziazione del carisma del fondatore che viene sottoposto al giudizio del Papa.
E' soprattutto Giovanni Paolo II che riconosce nella pluralità dei movimenti una forza necessaria alla Chiesa che deve, però, amalgamarli. L'autore conclude il suo aricolo chiedendosi quale sarà il futuro dei movimenti nella Chiesa, quale sarà l'esito del rischio di settarizzazione e competizione che emerge oggi tra i movimenti e conclude:" [...] tutto il cattolicesimo deve decidere se, superata la soglia secolare e la misura biblica del quarantennio a valle del Vaticano II, lo sviluppo della sua identità deve essere quello di un grande di siti riservati ad una clientela registrata o come "santuario" aperto, umanizzante, ospitale, che accoglie - come diceva una antica anafora - 'ciascuno col suo dono, ciascuno col suo peso'' ".