M. Aletti & G. Rossi (Eds.), (2004). Identità religiosa, pluralismo, fondamentalismo, Torino: Centro Scientifico Editore.
Recensione di Raffaella Di Marzio
Pubblicata sulla Rivista di Scienze dell'Educazione della Facoltà di Scienze dell'Educazione dell' Università Auxilium, N. 1, Anno XLIII, gennaio-aprile 2005, pp. 126-128, e sul Notiziario Psicologia della Religione News.
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Il volume, curato da Mario Aletti e Germano Rossi, raccoglie gli Atti del nono Convegno Internazionale della SIPR “Identità religiosa, pluralismo, fondamentalismi”, tenutosi a Torino dal 18 al 20 ottobre 2002.
Era passato poco più di un anno dall’11 Settembre 2001, giorno che rimarrà nella storia come testimonianza degli effetti distruttivi causati da una forma di terrorismo che si configura come manifestazione – negativa, ma pur sempre tale - del “religioso”. In quel momento la SIPR, con l’adesione del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e della Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, in linea con le più autentiche e attuali richieste del momento storico, ha offerto agli studiosi di tutto il mondo la possibilità di confrontarsi su temi d’estrema attualità. Un confronto particolarmente urgente di fronte all’affollarsi, nel mondo intero, d’interrogativi, ansie, angosce e timori di fronte al futuro generati dal moltiplicarsi delle forme religiose, e, al loro interno, di tensioni fondamentaliste, integraliste, insieme all’assolutizzazione del proprio credo, esasperato fino al punto da annientare l’altro nel gesto terroristico.
Scorrendo il volume degli Atti emergono con vigore e profondità sia le domande poste da una società sempre più multietnica e pluralistica, che le possibili risposte e interpretazioni. Tra queste è prioritaria, per lo psicologo, la necessità di comprendere i significati e le dinamiche psichiche che generano le manifestazioni del religioso e il loro ruolo ai fini della strutturazione della personalità e della costruzione del vivere sociale.
Non è possibile in questa sede evidenziare la straordinaria ricchezza e fecondità di tutti i contributi pubblicati, ciascuno dei quali offre uno spaccato originale utile al lettore per inquadrare il fenomeno nelle sue diverse sfaccettature, così come le tessere di un mosaico, sapientemente accostate dall’artista, forniscono il quadro completo dell’opera. Ci limiteremo dunque solo a qualche flash, sollecitando tuttavia tutti i potenziali interessati, a leggere integralmente questo volume del quale potranno così apprezzare ogni singola pagina.
Particolarmente interessante è l’impianto dell’opera, pensato in modo armonico dai curatori, che non si sono limitati a riportare i diversi contributi ma che hanno concepito il volume come una struttura di significati, o meglio un percorso di conoscenza che parte con la domanda cruciale di definizione del fenomeno “fondamentalismo” in relazione al pluralismo e alla secolarizzazione con un’attenzione particolare alle motivazioni psicologiche che ne sono alla base.
In questo contesto si distinguono, per ricchezza, profondità e chiarezza epistemologica, i contributi di Antoine Vergote e Mario Aletti. Nel primo vengono esaminate le motivazioni psicologiche che sono alla base del fondamentalismo inteso non come un “difetto cognitivo” ma come una “reazione di tutta la psiche in pericolo”, mista ad una “posizione narcisistica esacerbata”. La psicologia della religione studia, infatti, i fattori che sfuggono alla coscienza: le emozioni, l’immaginario, i desideri, le identificazioni, i meccanismi di difesa che influenzano tutti i comportamenti, e quindi anche quelli religiosi.
Il secondo contributo identifica i diversi approcci al fenomeno del fondamentalismo, le sue connotazioni psicosociali e gli aspetti psicologici del terrorismo, triste protagonista delle stragi contemporanee. Particolarmente stimolante e utile per la comprensione di un fenomeno così complesso è la valenza simbolica del gesto terroristico amplificato dalla teatralità e immediatezza degli eventi, svoltisi sotto gli occhi dell’intero pianeta. E, ancora, l’interrogativo (squisitamente psicologico) suscitato dal comportamento dei “guerrieri di Dio”, su quale sia il rapporto tra l’uomo (disposto a morire e a dare la morte) e la sua religione, tra identità religiosa e identità personale. Il tutto ulteriormente complicato dalla considerazione che la lettura psicologica che l’occidente fa del terrorismo può non essere del tutto adeguata a comprendere un fenomeno influenzato da valori tipici di culture diverse.
Gli altri interventi della prima parte del volume affrontano il fenomeno da angolature diverse, tutte utili per avere una visione unitaria dell’oggetto di studio. Si passa così dall’esame dei diversi fondamentalismi e dei fattori che possono generare simili atteggiamenti (Ermis Segatti), alla prospettiva sociologica che vede nella rivendicazione da parte delle religioni di uno spazio proprio una delle ragioni del fondamentalismo che diventa così una sfida alla legittimità delle sfere secolari, (Franco Garelli), fino alla interpretazione del fondamentalismo, “ombra di una luce”, grazie alle teorie sociologiche che studiano il funzionamento dei gruppi ad alta intensità di indottrinamento come quelli del terrorismo suicida (Massimo Introvigne).
Le altre quattro parti del volume proseguono il percorso tracciato magistralmente dalla prima. Sono cioè tappe successive ciascuna delle quali affronta temi specifici ed approfondisce settori particolari: le “maschere” dell’identità religiosa e gli aspetti socioculturali del fondamentalismo, l’identità religiosa nel contesto delle nuove religiosità, gli aspetti clinici dell’identità religiosa, fino all’ultima tappa relativa alle ricerche empiriche realizzate sui temi dell’identità religiosa con particolare riferimento al fenomeno dell’immigrazione.
Degne di nota per l’attualità dei temi trattati sono le tre appendici al volume e la bibliografia generale, uno strumento molto utile per quegli studiosi interessati ad approfondire i singoli contributi o a reperire documentazione e ricerche nel campo.
Considerando il contesto italiano, nel quale lo statuto epistemologico della psicologia della religione non sempre è adeguatamente conosciuto tanto che la stessa disciplina viene talora confusa con altre discipline, questo volume si configura come un’opera coraggiosa e originale, punto d’arrivo di un lungo percorso di ricerca nel quale l’identità religiosa e il fondamentalismo vengono affrontati finalmente in prospettiva psicologica. Contributo peculiare nel panorama editoriale italiano, attuale perché suscitato dalle urgenze storiche e culturali del presente, utile perché fornisce alcune piste d’interpretazione e comprensione di fenomeni complessi, vitale perché non vuole dare solo risposte ma pone molte e stimolanti domande che incoraggiano i ricercatori a perseverare nel cammino intrapreso che ha già dato ottimi frutti, come appare con ogni evidenza in quest’opera.
In conclusione e in estrema sintesi non si può che esprimere gratitudine, anche a nome della comunità scientifica, alla Società Italiana di Psicologia della Religione, ai curatori e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo volume perché essi hanno dato vita ad un’opera che certamente aprirà la strada per ulteriori ricerche e studi metodologicamente validi e scientificamente fondati. Oltre a ciò c’è da sottolineare che l’alto profilo scientifico dei diversi contributi raccolti, l’impostazione e la struttura articolata scelta dai curatori, ne fanno un’opera completa che permette al lettore di guardare al fenomeno dell’identità religiosa, del pluralismo e del fondamentalismo da una prospettiva particolarmente feconda: quella che non esclude nessun punto di vista purché scientificamente fondato e adeguatamente argomentato.