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Articolo di Raffaella di Marzio

Dopo la recente Sentenza della Corte di Cassazione (5525 del 5/04/2012), emanata in seguito a un ricorso, viene stabilito che gli archivi web debbano essere aggiornati all’evoluzione dei fatti, specie quando si tratta di vicende giudiziarie.

Sono ormai migliaia i Siti, Blog, i Forum, in cui notizie vecchie su persone e gruppi rimangono in archivio, e come tali reperibili sui motori di ricerca, nonostante i cambiamenti che si verificano nei mesi o anni successivi.

Finalmente questo non sarà più consentito, dopo la recente Sentenza della Corte di Cassazione (5525 del 5/04/2012), emanata in seguito a un ricorso, in base alla quale viene stabilito che gli archivi web debbano essere aggiornati all’evoluzione dei fatti, specie quando si tratta di vicende giudiziarie.

Prendo, come esempio, il caso che mi ha riguardato personalmente.

Il il 26 Marzo 2008 questo sito è stato sottoposto a sequestro preventivo, dopo una massiccia e violenta campagna diffamatoria messa in atto contro di me non solo sul Web ma anche attraverso false informazioni recapitate a un magistrato, dott. Bretone, che mi fece notificare un avviso di garanzia con accuse inverosimili, incredibili e aldifuori da ogni realtà.

Dopo poco più di una settimana il sito era stato dissequestrato, mentre, poco più di un anno dopo, lo stesso magistrato ha chiesto l'archiviazione di ogni accusa contro di me, controfirmata dal giudice l'8 marzo 2011, per "infondatezza della notizia di reato".

La notizia dell'archiviazione per "infondatezza della notizia di reato", tuttavia, non è stata riportata da alcuni Forum, Siti e Blog che, nel 2008, si diedero da fare per dare tempestivamente la notizia del sequestro e dell'avviso di garanzia.

Ancora pochi giorni fa mi sono stati segnalati messaggi su Forum, commenti, precisazioni ed esternazioni pretestuose che, senza alcuna reale motivazione, vengono pubblicati in rete, a distanza di quattro anni dai fatti, con una sola evidente finalità, cioè quella di poter ripetere ancora una volta, e in una nuova pagina del medesimo sito, la notizia, ormai vecchia e del tutto superata, delle indagini che si sono svolte su di me e del fatto che nel 2008 io sono stata "indagata per associazione a delinquere per fatti inerenti ad Arkeon e per abuso della professione".

La Cassazione, con una sentenza di pochi giorni fa, "riconosce finalmente non solo il diritto della persona "notiziata" a essere rappresentata con dati “esatti e aggiornati” ma anche quello speculare del cittadino «a ricevere una completa e corretta informazione, non essendo sufficiente la mera generica possibilità di rinvenire all'interno del mare di internet ulteriori notizie» sul caso in questione.

L'organo di informazione di volta in volta interessato, è tenuto ad osservare i criteri di proporzionalità, necessità, pertinenza e non eccedenza dell'informazione, avuto riguardo alla finalità che ne consente il lecito trattamento nonché a garantire la contestualizzazione e l'aggiornamento della notizia, a tutela del diritto del soggetto cui i dati pertengono alla propria identità personale o morale nella sua proiezione sociale.

In ultimo, riconosciuta anche la salvaguardia del diritto del cittadino utente di ricevere una completa e corretta informazione, non essendo sufficiente al riguardo la mera generica possibilità di rinvenire all'interno del mare di internet ulteriori notizie sul caso di specie. Archivi web, dunque, continuamente aggiornati con “lo sviluppo di una notizia” soprattutto quando è “intervenuta la relativa definizione in via giudiziaria" (Tratto da Il Sole 24ore).


Ciò significa che non basta fare l'aggiornamento in una pagina del sito, ma che esso va aggiunto in ogni pagina del sito in cui è stata riportata la vecchia notizia.