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Articolo di Raffaella Di Marzio

 

Tratto da La Salette N. 2-3 2004

 

Le origini dello spiritismo

 

Le basi teoriche dello spiritismo si fanno risalire a Franz Anton Mesmer (1734-1815) e alla sua teoria del “magnetismo animale” del 1780: spesso pazienti “magnetizzate” da Mesmer affermavano di entrare in contatto con gli spiriti dei defunti. Ad alcuni decenni di distanza da Mesmer il più famoso medium americano dell’Ottocento, Andrew Jackson Davis, inizia la sua carriera e trova molti ammiratori anche in Europa. 

 

Lo spiritismo come fenomeno organizzato risale, invece, al 1848, quando le sorelle Kate e Margaret Fox, cui più tardi si aggiungerà anche la sorella maggiore Leah, cominciano a udire nella loro casa colpi inspiegabili e si convincono, dopo aver elaborato un semplice codice per comunicare con la fonte dei “colpi”, che si tratta di un venditore ambulante ucciso proprio in quella casa. In seguito, Margaret affermerà di aver prodotto lei stessa i “colpi” di Hydesville e poi ritratterà la ritrattazione, ma questi scandali non impediscono al fenomeno di espandersi: decine di migliaia di persone partecipano al movimento spiritista, che dagli Stati Uniti si estende all’Inghilterra e poi a tutto il mondo. 

 

La caratteristica principale dello spiritismo ottocentesco di origine anglosassone è quella di presentarsi come scienza, non come religione: le religioni chiedono fede, lo spiritismo esibisce le sue prove. Questo è il motivo per cui lo spiritismo riesce a coinvolgere molti non credenti e personaggi del mondo laico. Negli Stati Uniti e in Inghilterra nascono vere e proprie Chiese spiritiste, comunità permanenti che praticano lo spiritismo, si dotano di un credo, di una struttura e qualche volta anche di un clero. 

 

Ancora oggi le “Chiese” spiritiste contano negli Stati Uniti un paio di migliaia di congregazioni. 

In Francia lo spiritismo ha connotazioni più religiose rispetto a quello anglosassone e nasce intorno 1857 quando Allan Kardec raccoglie diversi quaderni di comunicazioni spiritiche e li pubblica con il titolo Il Libro degli Spiriti. Il nome “Allan Kardec”, spiega questo pedagogo francese, deriva da quello che avrebbe avuto in una precedente reincarnazione come druido, e proprio l’insistenza sulla reincarnazione è tipico dello spiritismo francese. Esso assume ben presto anche un carattere anticattolico, anticlericale e, in questa forma, penetra in Italia dove vi si impegna attivamente anche Giuseppe Garibaldi . 

 

 Spiritismo e post-spiritismo

 

Lo spiritismo si manifesta in diversi modi:

 

- la seduta spiritica e l’uso della scrittura automatica, modalità tipiche dello spiritismo classico, hanno la finalità di comunicare con le anime dei defunti. All’interno dello spiritismo classico ci sono due correnti che si distinguono tra loro poiché l’una crede e l’altra rifiuta il concetto di reincarnazione 

 

- il channeling è la forma moderna dello spiritismo. In questo caso le entità evocate non sono solo le anime dei defunti, ma anche extraterrestri, fate, gnomi, demòni, maestri spirituali, angeli, santi, Gesù Cristo, Dio Padre, ecc. Alla base di questo spiritismo c’è l’idea panteistica tipica del network New Age.

 

- Esistono inoltre una vasta gamma di fenomeni post-spiritisti che si presentano più chiaramente come religioni. Uno di questi fenomeni è presente anche in Italia: l’antoinismo, una religione di guarigione fondata sul magnetismo e creata in Belgio agli inizi del Novecento. Anche i “nuovi vangeli”, come quello diffuso dalla Fondazione Urantia, danno origine a movimenti che possono essere definiti post-spiritisti, fondati sostanzialmente su nuove rivelazioni. 

 

Lo spiritismo ha influenzato e influenza anche la costituzione di nuove realtà associative: un esempio di una di queste realtà è l’incontro, avvenuto il 3 settembre 1995 nel Sud-Ovest dell’Inghilterra, a Darlington Hall (Devon), di un certo numero di persone, provenienti da tutto il mondo, che avevano in comune l’interesse per la transcomunicazione strumentale (TCS). 

 

Il termine “transcomunicazione” è stato coniato dal fisico tedesco Ernst Senkowski che, nel 1976, inizia a interessarsi del fenomeno delle “voci paranormali”. Egli definisce la transcomunicazione come un processo di acquisizione e interscambio di informazioni ottenuto per vie che non possono essere descritte con i modelli fisici di canale di frequenza e di onda portante. Per la loro particolare natura queste informazioni, che sono acquisite per vie ignote, sono definite “transinformazioni”. Nella transcomunicazione strumentale sono distinte due forme: una su base auditiva (TCSA) e l’altra su base visiva (TCSV). 

 

Le persone interessate alla transcomunicazione hanno fondato un’organizzazione internazionale denominata I.N.I.T. (International Network for Instrumental Transcommunication), che raggruppa ricercatori, sperimentatori e persone interessate al fenomeno della comunicazione con altre dimensioni. L’I.N.I.T. ha uno statuto e conta qualche migliaio di soci in tutto il mondo.

 

In Italia l’ I.N.I.T. assume la denominazione di Associazione Internazionale per la Transcomunicazione Strumentale: tra i suoi membri più in vista c’è la nota autrice di testi sulla parapsicologia Paola Giovetti. L’ I.N.I.T. si prefigge di sviluppare nuovi metodi e approfondire le conoscenze sulla transcomunicazione strumentale per potere meglio definire e comprendere la natura dei presunti interlocutori invisibili (spiriti di trapassati, spiriti della natura, cori celesti) che si manifesterebbero attraverso dialoghi telefonici, messaggi vocali alla radio, immagini televisive, testi o immagini che compaiono nella memoria dei computer o sono ricevuti con un fax. 

 

 

Movimenti spiritici

 

Tra i movimenti spiritici organizzati italiani, una presenza storica è quella del Cerchio Firenze 77, nato intorno alle comunicazioni del medium Roberto Setti. Dopo la morte del medium, le comunicazioni sono cessate, ma gruppi di studio spontanei collegati fra loro in maniera informale continuano a esistere e a crescere in diverse regioni italiane, coinvolgendo centinaia di persone. 

 

A Firenze, da novembre a maggio, si svolgono annualmente incontri mensili in cui si ascoltano registrazioni delle sedute originarie, commentate da testimoni che ad esse avevano assistito. Altrove i gruppi studiano i diversi volumi di messaggi pubblicati dal Cerchio. 

 

La dottrina è quella di Kardec, è reincarnazionista e include temi che sono caratteristici del New Age. Di solito coloro che parlano non sono persone defunte chiaramente identificate, ma, piuttosto, “maestri”, cioè esseri che sarebbero più avanzati di noi nel piano dell’evoluzione cosmica, tra cui “Dali”, “Kempis”, il “Maestro Orientale” e il “Maestro Veneziano”.

 

Allo spiritismo e al channeling si ricollegano anche le "religioni dei dischi volanti" o "culti ufologici". La parola UFO indica un "oggetto volante non identificato". I gruppi ufologici basano la loro credenza sul fatto che gli extraterrestri esistano e siano esseri estremamente evoluti, anche se questa verità sarebbe osteggiata oltre che dai governi mondiali anche dalla Chiesa Cattolica.

 

In realtà la Chiesa assume una posizione "neutra" nei confronti del problema dell’esistenza della vita su altri pianeti, poiché la questione è di ordine scientifico e non teologico. I fondatori dei gruppi ufologici dichiarano di essere in contatto medianico con gli abitanti di altri pianeti, "viaggiando" mentalmente nello spazio, così come i medium classici, parlando con i defunti, "viaggerebbero" nel tempo.

 

Il gruppo più diffuso nel mondo, noto per la sua forte polemica con il cattolicesimo e la propaganda della libertà sessuale, è il Movimento Raeliano, fondato dal giornalista francese Claude Vorilhon, che si fa chiamare Rael. 

 

In Italia altri esponenti del mondo dei culti ufologici, che raccontano nelle loro opere i "contatti" avuti con gli extraterrestri sono Giorgio Dibitonto ed Eugenio Siragusa, fondatore del "Centro Studi Fratellanza Cosmica", la cui opera è stata portata avanti dal gruppo "Nonsiamosoli", grazie soprattutto a Giorgio Bongiovanni,. Quest’ultimo, coinvolto anche in presunte apparizioni mariane, ha fatto sì che il movimento si estendesse da Porto Sant’Elpidio (Ascoli Piceno) in diversi paesi del mondo.

 

In Italia esistono altre aggregazioni che riuniscono persone interessate a svolgere attività riconducibili allo spiritismo e alla parapsicologia. Una di queste realtà è il Movimento della Speranza, che, tuttavia, non gradisce di essere incluso tra i movimenti spiritisti poiché i suoi membri non definiscono spiritismo l’insieme delle pratiche e delle credenze del movimento.

 

Parlare del Movimento della Speranza significa entrare nel mondo di coloro che, pur ritenendosi pienamente inseriti nella Chiesa cattolica, si riuniscono periodicamente per mettersi in contatto con persone defunte. Tratteremo di questo fenomeno, oggetto di alcuni pronunciamenti ufficiali da parte del Magistero, nella seconda parte di questo articolo.

 

Lo spiritismo nel mondo cattolico

La diffusione di forme varie di spiritismo all’interno del mondo cattolico è un problema delicato e controverso. La morte improvvisa di un congiunto è un evento altamente traumatico che colpisce profondamente il nucleo familiare, improvvisamente privato di uno dei suoi membri: senza ragione, senza preparazione, senza la consolazione di avere dato al proprio caro l’ultimo saluto. 

 

È naturale, in questa situazione, che le persone colpite da un simile lutto cerchino di “portare a termine” quel dialogo interrotto senza preavviso, che cerchino di sapere come sta il proprio caro e come vive la sua esistenza ultraterrena. 

 

Il desiderio di ritrovare un contatto con il proprio caro defunto, specialmente se si tratta di un giovane morto tragicamente (per esempio, in seguito a un incidente stradale), ha spinto molti genitori a cercare un modo per stabilire una comunicazione con l’aldilà. Coloro i quali ritengono di essere riusciti a farlo hanno pensato che conoscere la loro esperienza e la loro gioia per il ritrovato “contatto” potesse essere motivo di conforto anche per gli altri genitori colpiti dallo stesso dolore. 

 

Da questo scambio di esperienze - che ha dato origine a libri, audiocassette, videocassette e materiale vario -, è nato un vasto movimento costituito da un network di gruppi presenti in tutto il Paese e all’estero. Molti di questi genitori si dichiarano cattolici praticanti e affermano che la pratica della comunicazione con l’aldilà (nella forma e con le motivazioni loro proprie) non è contraria all’insegnamento della Chiesa cattolica. Accanto a questi genitori ci sono alcuni sacerdoti cattolici che li sostengono e forniscono loro assistenza spirituale. 

 

All’interno di questo mondo ci sono, peraltro, molte differenziazioni e sfumature di orientamenti e dottrine, perciò non è possibile fornire univoche indicazioni descrittive. È il caso, comunque, di segnalare alcuni fenomeni particolarmente gravi e preoccupanti. Si tratta di quei piccoli gruppi che nascono intorno a un medium che ritiene di essere in grado di comunicare con l’aldilà. 

 

Questi gruppi, di solito piccoli, tendono a fossilizzarsi nella ricerca “spasmodica” del contatto con i morti. Quando questo “contatto” diventa stabile e a frequenza regolare può accadere che il defunto il quale “comunica” dall’aldilà a poco a poco si trasformi, agli occhi dei membri del gruppo, in un nuovo “profeta”, che usa il medium come suo tramite: egli “rivela” di avere una missione affidatagli da Dio e, da quel momento, comincia a trasmettere messaggi rivolti all'intera umanità. 

 

È questa la genesi di “nuove rivelazioni”, più o meno coerenti con l’insegnamento cattolico. L’aspetto più preoccupante di questo fenomeno è il fatto che i defunti che “comunicano” vengono considerati non solo “santi”, ma anche vere e proprie “guide” che avrebbero l’autorità di indicare a chi riceve e recepisce i loro messaggi la strada da seguire sia nelle scelte spirituali sia in quelle umane. 

 

Il pericolo nascosto in queste esperienze è di sostituire l’unica guida certa per i cristiani, Gesù Cristo, con queste nuove “guide” e l’unica verità espressa nei Vangeli con i “messaggi” ricevuti durante le sedute medianiche. Un ulteriore motivo di confusione si verifica quando questi messaggi vengono pubblicati e diffusi nel mondo cattolico con il consenso e l’approvazione di sacerdoti cattolici. 

 

E’ necessario tuttavia precisare che la posizione della Chiesa Cattolica è stata sempre chiara e non ha mai subito modifiche di sorta: non sarebbe stato possibile alcun cambiamento nell’insegnamento bimillenario della dottrina cattolica poiché la condanna delle pratiche spiritistiche si fonda sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, custodite fedelmente dalla Chiesa fino ai nostri giorni.

 

La Sacra Scrittura, fin dal Deuteronomio, si esprime con fermezza e severità contro coloro che praticano la magia o altre forme di divinazione, considerate gesti di ribellione contro Dio e forme di vera e propria prostituzione:”...chiunque fa queste cose è in abominio al Signore..."(Dt 18, 12). Il Nuovo Testamento si pone sulla stessa linea quando, in particolare negli Atti degli Apostoli, ribadisce la condanna di ogni mentalità idolatrica e di qualsiasi comportamento superstizioso e magico. 

 

In conclusione, la comunicazione con i defunti non è impossibile, e questa possibilità viene chiaramente manifestata nelle apparizioni dei Santi, ma, in questi casi, l’iniziativa della manifestazione soprannaturale non è mai stata dell’uomo ma sempre di Dio. Egli, infatti, nella Sua immensa misericordia e nell’economia della Sua Provvidenza, ha voluto, in casi particolari, che ciò accadesse per il bene delle anime e della Sua Chiesa. Nel caso, invece, in cui siano gli uomini a evocare le anime dei trapassati, non è mai consentito dare il proprio assenso né partecipare a tali pratiche. 

  

Il Pensiero della Chiesa

 Sulla scia dei divieti biblici, attraverso il successivo insegnamento sempre coerente dei Santi Padri e dei Dottori della Chiesa si è, in seguito, pervenuti al Responso negativo del S. Uffizio del 24 Aprile 1917 sulle comunicazioni spiritistiche, confermato e ribadito dai n. 2116 e 2117 del Catechismo della Chiesa Cattolica: "Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che ‘svelino’ l’avvenire [...] il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore ed il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo[…]. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli[…]".

 

Più recentemente, nella Nota Pastorale pubblicata dalla Conferenza Episcopale Emiliana il 23 Aprile 2000, si afferma: “[…]Sono ormai diversi i movimenti e i gruppi sorti con il preciso intento di mettere i vivi in comunicazione, o direttamente o tramite medium, con i propri defunti. …Alla crisi ideologica dello spiritismo oggi sembra subentrare, almeno in Italia, una forma di evocazione degli spiriti ritenuta più compatibile con la religione, meno polemica con la Chiesa stessa, anzi più alla ricerca di dialogo e di consenso da parte della gerarchia ecclesiastica. 

 

A conferma della presunta ortodossia viene portato il fatto che ai movimenti aderiscono e vi operano, oltre laici e laiche di chiara estrazione cristiana, religiosi e sacerdoti, tra i quali alcuni notissimi per l'attività che svolgono all'interno della comunità cristiana. In alcuni di questi incontri è stata celebrata anche la messa. 

 

Ma non basta a garantire la legittimità di queste iniziative la presenza di sacerdoti, i quali sempre sono tenuti a chiedere al vescovo l'autorizzazione, che non si vede del resto come sia possibile concedere. Di fatto emergono idee, comportamenti e tecniche che suscitano seri dubbi sulla ortodossia di tali movimenti. Anzitutto in rapporto alla fede. Il senso della morte, la certezza di una vita oltre la morte - e non solo dell'anima, ma anche del corpo, nella risurrezione finale - e il conforto per la morte di una persona cara derivano a un cristiano dalla parola di Dio; sono un atto di fede in Colui che «non è Dio dei morti, ma dei vivi» (Lc 20,38). 

 

Sollecitare messaggi dai morti per nostra sicurezza è non fidarsi della parola di Dio; è, cosa ancor più grave, fidarsi più di messaggi umani - posto che siano veri e reali - che del messaggio del Dio della vita […]”. 

  

IN SINTESI

Affermazioni contrarie alla fede

 

- La morte di una persona cara è una perdita inaccettabile

- La resurrezione riguarda solo i vivi

- I defunti sono definitivamente separati dai vivi

- Si può comunicare con i defunti attraverso l’uso di vari mezzi: i vivi fanno loro domande sulla vita che conducono e i defunti svelano segreti e inviano messaggi dall’aldilà

- L’evocazione dei defunti è una pratica che dà frutti umani e spirituali positivi

- E’ possibile comunicare con i defunti grazie a mezzi tecnologici

 

 

Affermazioni proprie della fede cattolica

 

- Gesù è morto e risorto e anche i nostri cari risorgeranno

- La resurrezione riguarda sia i vivi che i defunti

- L’unione tra vivi e morti non viene interrotta dalla morte ma persiste nella comunione dei beni spirituali.

- La comunicazione tra vivi e morti avviene attraverso la preghiera, le opere di carità, la celebrazione della Santa Messa, i defunti pregano in favore dei vivi. 

- L’evocazione dei defunti è una forma di alienazione dal presente e una mistificazione della fede nell’aldilà. 

- L’uso di mezzi tecnologici dà solo l’illusione di comunicare: in realtà si comunica solo con se stessi, o con l’immagine del figlio o del defunto che è nel proprio inconscio.

 

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